Alla civiltà della
repressione rispondiamo confermando le nostre iniziative:
MARTEDI 9 GIUGNO
A GOVERNARE FIRENZE NON PUO’ ESSERE "L’ORDINE PUBBLICO"
ALLE 18.00 PRESIDIO SOTTO LA PREFETTURA DI VIA CAVOUR
ALLE 19.30 resoconto dei fatti, ore 20,30 cena e a seguire
proiezione del film "cinema universale"in piazza delle cure davanti
allo stabile.
Il comunicato dei ragazzi di Lunadistro
Non abbiamo una gran voglia di parlare, ma ci sentiamo in dovere di farlo per far si’ che non sia quella della questura l’unica versione circolante sullo sgombero di Luna Distro.
Alle 3 circa di stamattina vediamo correre da metà piazza una decina di digossini verso l’entrata della casa occupata, proviamo a chiudere la porta (che era aperta in attesa che rientrassero in casa gli ultimi occupanti che si trovavano ancora in piazza) ma non ci riusciamo. A quel punto ci piombano in casa urlando "il gioco è finito) (il nostro "Clint Eastwood" della situazione è il nostro funzionario Mazzei) con al seguito dieci digossini seguiti da un ingente numero di agenti in atisommossa. Fuori la piazza si riempie in pochi secondi di camionette.
All fine i compagni/e denunciati/e sono 7: il reato contestato è solo quello di occupazione (art. 633 e connesso 629 bis).
In piena notte e con un vero e proprio blitz la polizia decide di sgomberare senza alcuna motivazione sensata un’occupazione nata da poco più di un giorno. Non si capisce ancora se lo sgombero è stato chiesto dal comune o è stata un’iniziativa delle stesse forze dell’ordine dato che l’articolo 639bis autorizza d’ufficio la procedura per lo sgombero: ovvero non è necessaria l’ordinanza.
Noi avevamo posto questioni sociali, abitative e politiche verso le quali non c’è stata nessuna volontà di ascolto.
L’unica trattativa che è stata messa in piedi è stata quella dello stuolo di energumeni che stava nella piazza davanti allo stabile: non solo il funzionario la definiva "una trattativa" ma al contempo accusava gli occupanti di arroganza e poca disponibilità al dialogo.
Questo è il metodo vigliacco adottato dal comune: negarsi come possibile interlocutore di fronte a coloro che affermano con la pratica la necessità di una riappropriazione degli spazi per un uso sociale.
Noi quel posto lo stavamo ristrutturando e gli stavamo dando una direzione e il quartiere (in primis i commercianti del mercato) ci stava dando una risposta positiva.
Noi riteniamo di avere motivi sufficienti per non fermatci, indipendentemente che l’ostacolo che si frappone fra noi e i nostri obiettivi si chiami Renzi, Galli o digos. Alla civiltà della repressione noi rispondiamo confermando le nostre iniziative.
9 giugno ore 19.30 resoconto dei fatti, ore 20,30 cena e a seguire proiezione del film "cinema universale" in piazza delle cure davanti allo stabile.