Liberare
gli arrestat* e Prosciogliere gli indagat*
Esprimiamo
la massima solidarietà a tutt* i compagn* arrestati, perquisiti,
indagati Domenica 11 ottobre a Pistoia.
I
fatti:
Domenica
11, nel pomeriggio, si sta svolgendo nei locali del circolo " 1°
Maggio" di Pistoia, una riunione tra diverse realtà della
Toscana per la costruzione di un “coordinamento regionale contro
le ronde” introdotte dal pacchetto sicurezza.
Mentre
la riunione si svolge, al circolo arriva la Digos. Pretende prima,
come al solito, di identificare tutt* i presenti. Poi, con “l’aiuto
di polizia e carabinieri”, perquisiscono il circolo. Non trovano
niente e, mai contenti, portano le oltre venti persone in questura
caricandoli sulle volanti.
Nessuna
spiegazione del “perchè dei fatti” viene data alle persone prima
identificate, poi perquisite, poi trascinate in questura.
Solo
qualche ora più avanti la polizia sosterrà di aver agito in
conseguenza della rottura delle vetrine e di un’irruzione contro la
sede di Casa Pound Pistoia che si trova nelle vicinanze del Circolo
Primo Maggio ad opera di “ignoti travisati”.
Tutt*
restano in stato di fermo in questura fino le 5.00 del mattino e
interrogati, poi:
-
3
persone vengono trattenute in arresto con le accuse di “devastazione
e -
saccheggio”,
“lesioni” e “violenza”
–
8 denunciati e sotto indagine per le stesse accuse
Alla
gravità di un’ operazione di polizia condotta con arbitrarietà e
numerose scorrettezze procedurali. Alla gravità di una retata, di
fatto, contro persone estranee ai fatti e riunite in assemblea dentro
un circolo Arci. Alla gravità del modo pretestuoso di “colpire nel
mucchio” compagn* not* e “colpevoli” solo del proprio impegno
sociale e politico.
Si
aggiunge la gravità delle accuse e dei reati contestati.
Devastazione
e Saccheggio, da 8 a 15 anni di carcere:
le
lotte si colpiscono così!
Polizia
e Giudici hanno scelto, per punire i “supposti” ( e ribadiamo
“supposti”) , colpevoli dell’attacco alla sede di Casa Pound
Pistoia, di utilizzare il reato di Devastazione e Saccheggio.
Lo
stesso reato contestato ai responsabili della Strage del Vajont di
40
anni
fa (3.500 morti e 3 paesi spazzati via) e, con disinvoltura, ai 10
manifestanti condannati per le proteste al G8 di Genova 2001. Un
reato che, da tempo ormai, magistratura e forze dell’ordine
sostituiscono a quello di “danneggiamento”, considerato “troppo
leggero” in termini di pena prevista, laddove i fatti siano
riconducibili o collegabili a dinamiche di lotta sociale e politica
e/o ci sia il sentore di una “matrice ideologica”.
La
giustizia italiana tenta, e sta riuscendo spesso, a “regalare”
decine di anni di carcere equiparando, in termini di pena e gravità
morale, la rottura di una vetrina ad un omicidio colposo.
Nel
caso dei manifestanti di Genova la pena e’ stata addirittura
aumentata in appello per farne un caso esemplare.
Non
va dimenticato come queste operazioni siano sempre seguite dal can
can mediatico teso a stigmatizzare i singoli episodi.
Appare
evidente il tentativo di accreditare una prassi giudiziaria da poter
utilizzare, abbinata al manganello in questi anni di crisi ed
incertezze, contro lotte e resistenze sociali potenzialmente in
crescita.
L’uso
del reato di devastazione e saccheggio è cucito sull’esigenza di
accreditarlo agli occhi dell’opinione pubblica come il meccanismo con
il quale si puniscono i conflitti sociali senza “esporsi”, senza
dover riconoscere il merito delle questioni, senza leggittimare
politicamente l’avversario. Devastazione e Sacchegio per trattare le
lotte come meri problemi di ordine pubblico, ma con pene elevate al
quadrato.
Tutto
questo non deve accadere.
Liber*
tutt* / Prosciolt* tutt*
Da
Firenze:
-CSA
nEXt Emerson
-Movimento
di Lotta per la Casa
-Rete
Insicuri