Proposta Forum per Castello

In questi settimane stiamo entrando in contatto con diverse realta’ che si muovono all’interno del quartire di Castello e che si interessano in maniera critica dello sviluppo urbanistico dell’area. In quest’ambito abbiamo fatto circolare un documento con alcune riflessioni sull’edilizia partecipata e una proposta per la creazione di un Forum indipendente che discuta la questione Castello nella sua totalita’. Riportiamo qui di seguito il testo.

Il termine partecipazione si lega a molti concetti e situazioni diverse. Si puo’ partecipare ad una lotteria, ad un concorso a premi, ad uno spettacolo televisivo, ad una festa o a un funerale.
E’ su questa intrinseca plurivalenza del termine che il percorso intrapreso dalla giunta Renzi riguardo al piano strutturale puo’ dirsi "di partecipazione". Il termine applicato alla sfera politica deve pero’ necessariamente rappresentare qualcosa di piu’ della partecipazione che mette in atto il sedersi di fronte a facebook. Altrimenti si priva il concetto di ogni dignita’ e senso, fino a renderelo un contenitore vuoto all’interno del
quale far passare come "partecipate" delle decisioni gia’ prese. Partecipare significa anzitutto poter influire sui processi decisionali.
Le forme piu’ interessanti di democrazia diretta si basano appunto sull’idea di valorizzazione delle idee che emergono dalle discussioni piuttosto
che sulla soppressione dei contrasti o sulla loro limitazione attraverso sistemi come i sondaggi o l’elezione di piccoli gruppi che dovrebbero rappresentare la volonta’ dei piu’.
Il modello "urbanistica partecipata" realizza, in maniera neppure troppo nascosta, un concetto di partecipazione di mera facciata, dove i tempi
strettissimi ed i metodi applicati non riescono a garantire gli spazi necessari perche’ la discussione abbia un senso.
Per quanto i "materiali preparatori" sul Piano Strutturale della Giunta Renzi rappresentino un notevole sforzo di "trasparenza" rispetto al modus
operandi della Giunta Domenici ci sembra necessario sottolineare e rendere esplicita la dialettica antagonista che caratterizza il cosiddetto "diritto alla città".
Alla città sembrano averne diritto le imprese ed i capitali che la comprano-vendono-trasformano in funzione di ciò che il mercato rende, di
volta in volta, più redditizio.
Alla città hanno diritto i suoi abitanti le cui esigenze in termini di servizi, spazi collettivi, abitazioni a prezzi accessibili, verde e più in generale "vivibilità" e "salubrità", soccombono di fronte ai poteri forti.
Il "diritto" dell’uno nega il "diritto" dell’altro. Questo è la dialettica antagonista che le istituzioni sono chiamate ad amministrare.
Una dialettica antagonista che esiste. Di cui i comitati, le associazioni, alcuni soggetti politici, i movimenti, i centri sociali, testimoniano l’esistenza.
Il "diritto alla città" di abitanti e cittadini può essere ignorato e negato dall’amministrazione (come abbiamo visto all’"era Domenici") oppure può essere "formalmente" riconosciuto, "dichiarato" pubblicamente, "scritto" in documenti programmatici ( come vediamo nell’ "era Renzi").
Questo diverso approccio può essere reale o apparente: solo le scelte politiche operate di volta in volta ci forniscono la risposta.
In epoca di "Guerre Umanitarie" anche Democrazia e Partecipazione sono troppo spesso parole ambigue e foglie di fico.
Una reale partecipazione ad un processo decisionale ha bisogno di tempo e strumenti adeguati. Strumenti che permettano il trasferimento di
conoscenze da chi le possiede a chi no, che permettano la comprensione del problema su cui il processo decisionale opera, che garantiscano il passaggio di informazioni. Tempo che permetta tutto questo a chi NON E’ RETRIBUITO per prendere decisioni in nome degli altri. Abitanti e cittadini NON SONO PROFESSIONISTI DELLA POLITICA, per scelta o per necessità. Se un’amministrazione assume la volontà di renderli parte del processo decisionale non può ignorare queste elementari verità.

Nel "nostro piccolo", come centro sociale autogestito che occupa un’area dismessa a Castello, proponiamo proprio questo.

Proponiamo, almeno sull’area di Castello, la creazione di un Forum indipendente in grado di coinvolgere tutti i soggetti che sentono di avere qualcosa da dire sullo sviluppo urbanistico del territorio.
Il Forum dovrebbe porsi come soggetto creato e gestito dagli abitanti, dalle associazioni e gruppi che vivono nel quartiere e di fatto si troveranno coinvolti o travolti dal nuovo piano strutturale.
Il Forum dovrebbe dotarsi di strumenti e spazi propri con il preciso intento di informare in maniera capillare gli abitanti del quartiere riguardo agli sviluppi delle discussioni, i tempi e i modi, ed invitare alla piu’ampia partecipazione possibile alle discussioni.
Il Forum dovrebbe giocare un importante ruolo di garante per la popolazione di Castello. La giunta Domenici aveva infatti in programma una pesante cementificazione sulle areee dismesse del quartiere, l’amministrazione Renzi non si e’ ancora pronunciata a riguardo.
I pesanti scandali che hanno travolto soggetti istituzionali della vecchia giunta e colossi immobiliari di tutta Firenze delineano la necessita’ che siano gli stessi cittadini a doversi tutelare da eventuali abusi delle istituzioni. Il comune non e’ nella posizione di poter imbastire alla bene e meglio un percorso di partecipazione su un argomento che ha letteralmente decimato la precedente amministrazione.


Passaggi pratici per la creazione del Forum

Il forum dovrebbe riunirsi con cadenza regolare in posti diversi del quartiere per rappresentare anche simbolicamente il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Il metodo di discussione utilizzato dovrebbe avvicinarsi il piu’ possibile ai meccanismi di democrazia diretta, con un facilitatore, un moderatore, al fine di valorizzare le idee di tutti e senza un utilizzo sistematico delle votazioni a maggioranza.
Il forum dovrebbe dotarsi di quegli strumenti di comunicazione necessari perche’ la diffusione delle informazioni risulti capillare e tesa a creare un percorso i vera partecipazione. In questo senso riteniamo necessario almeno i seguenti passaggi:

1) ad ogni riunione dovrebbe far seguito un report sintetico e comprensbile in modo da poter venire stampato e distribuito nel quartiere, sia nelle buche delle lettere che nei principali luoghi di socialita’. Sul report sara’ indicata la prossima data e sede dell’incontro successivo.

2) dei manifesti e dei flyer che pubblicizzino l’iniziativa in maniera sintetica e non circostanziata ad una riunione in particolare, ma che
rimandino ad un sito o ad eventuali punti dove richiedere informazioni per partcipare.

3) perche’ il lavoro non venga perso e sia visibile anche da chi non abita nel quartiere il Forum dovrebbe dotarsi di alcuni strumenti informatici:
un sito internet, una newsletter, un sistema di microblogging.

4) il Forum dovrebbe promuoversi attraverso iniziative e momenti di socialita’ in piazza, anche ludici, da utilizzare come momenti privilegiati di
comunicazione con tutti i cittadini.


E’ di fatto una sfida. Con noi stessi per primi che per quanto impegnati, da soli, non potremmo neanche immaginare.
E’ un "esperimento" su cui invitiamo tutti/e a riflettere ed a metterci in comunicazione.
E’ la sola garanzia, crediamo, all’essere "raggirati" dalle amministrazioni che forse è anche peggio che essere ignorati.

 

This entry was posted in Aree dismesse, Proteste e Comitati. Bookmark the permalink.