Firenze vive libera

Ti alzi la mattina
presto, maledici il tuo lavoro, ti vesti scendi fai colazione al bar,
leggi il giornale. Insicurezza, degrado, morte, non c’e’ piu’ rispetto,
non ci sono piu’ valori, controllo ci vuole piu’ controllo, paura tanta
paura, ansia.

Vai al lavoro, odi il tuo lavoro, odi il tuo
capo, stai zitto perche’ ai tuoi figli mica glielo regala nessuno da
mangiare. Esci dal lavoro, vai a casa, mangi guardi il tiggicinque.
insicurezza, degrado, morte, non c’e’ piu’ rispetto, non ci sono piu’
valori, controllo ci vuole piu’ controllo, paura tanta paura, ansia.

Ti
affacci alla finestra, di fronte un palazzo alto quanto il tuo, stesso
cemento stessa tonalita’ di grigio. Alla finestra di fronte un rumeno
con la tua stessa faccia guarda in strada sovrappensiero, le nuvole
grigie sopra la vostra testa vi osservano mentre pensate alla sveglia
di domattina.

A volte le parole volano a volte ti cadono
addosso pesanti come macigni. In questi anni le parole hanno cambiato
di senso e non volano quasi mai.

C’e’ qualcosa di
profondamente sbagliato nel come vengono dipinte le nostre citta’, nei
pacchetti sicurezza, nelle leggi anti degrado, nell’ossessivo ripeterti
frasi spaventose e slogan ad effetto.

Firenze non e’ cosi’,
Firenze vive libera. Le strade sono nostre, le abitiamo ogni giorno.
Noi non abbiamo paura, guardiamo in faccia chi abbiamo di fronte, con
gli occhi assonnati malediciamo la sveglia allo stesso modo aspettando
un giorno in cui riposare e la badante russa ha i nostri stessi occhi
mentre cammina stanca per tornare a casa.

Chi vuole farci del
male non prende l’autobus con noi, non lo troviamo al bar sotto casa,
non lo vediamo al semaforo guardando fuori dal finestrino. E’ seduto
dietro a una scrivania, in un taxi a viaggiare spesato, in un cantiere
a inaugurare con spumante e cocaina, in una banca a firmare accordi.
Sono i padroni della citta’, sono gli affaristi, i politici, i
faccendieri. Firenze vive libera, nonostante loro.

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