Firenze: editti e castighi (prima puntata)

Il nuovo regolamento per la polizia municipale.
la stampa ne parla come del provvedimento contro i mendicanti. ma non e’ tutto qui, c’e’ molto di peggio.

chi ha voglia di farsi del male si puo’ scaricare prima versione del regolamento e la seconda (quella definitiva).

se
non avete il tempo per una cosi’ rinfrescante lettura, potete usufruire di questo piccolo compendio a puntate. qualche spunto per approfondire il
nuovo editto di cioni.

prima puntata.

entrato in vigore (maddai!) in piena estate, in quel periodo dell’anno in cui la Nazione gia’ normalmente tiene impegnati gli annoiatissimi lettori con alghe assassine, granchi serial killer e stranieri cannibali. rinominato nel piu’ gentile "regolamento per la civile convivenza" (perche’ i vigili, si sa, non stanno simpatici a nessuno, mentre la civile convivenza ha un che di cosi’ educato e universalmente accettato..).
le giornaliste del tg3 locale si sbrodolano addosso intervistando tedeschi mentre colti sul fatto biascicano panini sbriciolosi, inquadrando piccioni molesti e zingari straccioni nella loro strafottente indecorosita’. il trionfo del decoro, la vetrina di una citta’ morta.

sinceramente non credo che nessun fiorentino abbia mai dubitato per un istante che il primo intento di questo nuovo regolamento sia quello far cassa.
stiamo parlando di un regolamento che solo nel primo giorno di vita ha permesso di elevare 45 multe, di 160 euro ciascuna.
mi immagino un vigile modello Alberto Sordi che consegna zelante una multa di 160 euro a un mendicante zoppo e mi immagino cioni chiuso nella sua stanzina a pensare che il perfido mendicante tenga nascosti da qualche parte i soldi che non vuole dargli.
ma tanti altri 160 euro da dare a cioni ce li hanno e se sono un terzo dell’affitto e un quarto dello stipendio tanto peggio per loro, avevano a non sbriciolare in terra.

i primi articoli servono a definire. definire quello chei si vorra’ difendere (il "decoro", la "sicurezza", il "civile senso comune")  e quello da cui ci si vorra’ difendere (il "degrado", l’"illegalita’", il "disturbo", il "fastidio"). Nessuno di questi termini e’ spiegato, tutto e’ lasciato vago e nebbioso, in modo che un vigile con un libretto in mano possa interpretare fatti e persone un po’ come gli pare. ma in modo soprattutto da lasciar intendere che il "senso comune" esista davvero, che le parole abbiano un significato universale (quello che si sente alla televisione, e’ ovvio) e per infondere un istintivo senso di appartenenza a una comunita’ chiusa fondata su una condivisione (mai appurata) di un unico modo di vedere e chiamare la realta’.


art 2 definizioni


a)"illegalita’ diffusa e degrado sociale".

degrado sociale. la corruzione della societa’, il male oscuro calato sulle nostre case.
degradare, ovvero deturpare, corrompere, rovinare quelli che evidentemente
nella testa dei governanti fiorentini erano i bei tempi andati.

quando e’ successo che la societa’ fiorentina si e’ corrotta (degradata, rovinata come vi pare..)? quand’e’ che si stava meglio? prima? prima quando? ai tempi dei Lorena?
e poi.. qual’e’ il metro di giudizio per capire cosa rende sana e felice una societa’ e cosa la rende corrotta e degradata?
chi viene interpellato per dettare questo metro?

se lo chiedete a un gioielliere di ponte vecchio vi rispondera’ che sì, la nostra societa’ e’ in serio pericolo perche’ i marrrocchini vendono agli angoli gli occhiali da sole di plastica e i poster degli angioletti, e gli zingheri spaventano i clienti.
se lo chiedete a una vecchietta ottantenne che incontrate al centro commerciale, prima si girera’ di scatto stringendo forte la borsetta, poi vi dira’ che si, i tempi sono sempre piu’ bui, perche’ quando era giovane lei era tutto piu’ bello, ci si conosceva tutti, non si aveva paura ad andare in giro, le strade erano pulite, si potevano leccare, i bambini ridevano felici e il mondo era bellissimo.
se lo chiedete a un giovane per bene, un tipo come quelli che a verona tra un pestaggio e un rogo hanno ammazzato Nicola Tommasoli, vi dira’ che sì, i tempi sono decisamente corrotti, si stava meglio quando si stava peggio, ma poi peggio.. insomma diciamocelo, sotto di Lui la gente imparava i veri valori, i negri, i froci e i comunisti se ne stavano parecchio piu’ zittini.

questo evidentemente e’ il target di persone che ha interpellato cioni quando ha pensato ai veri problemi di questa triste citta’ malata. o forse non ha interpellato nessuno, perche’ la nostra aristocrazia diessina non ha certo bisogno di trovare ispirazione per dar forma a grotteschi incubi.

fine prima puntata.

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